Quel che sto per dire vi sembrerà assurdo, ne sono sicuro, quando mi passò nella mente lo ripudiai come assurdo, paradossale e deficiente. Pensare infatti che il GIOCO costituisca il seme di una nuova Rivoluzione mentale degna di Darwin, e che quindi sia oggi l'unica chiave della SOPRAVVIVENZA di tutto il genere umano, ditemi se non appare effettivamente una cazzata.
È chiaro che i bimbi apprendono giocando, e se l’adulto desidera crescere per adattarsi al nuovo mondo deve innanzitutto apprendere da loro. Il gioco scarica lo stress, favorisce le relazioni, stimola la consapevolezza, crea mondi paralleli, si associa a spensieratezza. allena il cervello, rende pratici, migliora la produttività, insegna il rispetto eccetera eccetera. Tutto questo è vero, ma dire che il “gioco rappresenta la dimensione umana del duemila" e che ci arricchisce di un “oltremondo” ce ne vuole. Cestinai l’idea come assurda, paradossale e deficiente.
Pochi giorni fa, inizio anno 2020, mi è capitata una pagina del libro di Alessandro Baricco, THE GAME, e ho dovuto fare i conti con una sua geniale intuizione: "Noi adulti del '900 riteniamo la nuova tecnologia digitale semplicemente un valido strumento, in realtà è una estensione del nostro corpo/mente". “La POSTURA UOMO-TASTIERA-SCHERMO (a punta di indice) è diventata ormai parte integrante della nostra struttura (mentale energetica corporea); nei giovani si è già evoluta in una POSTURA SMART (a pollici opponenti); si tratta di un nuovo essere uomo".
In più (ed è questa la rivelazione) Baricco mi dice che il seme del rinnovamento è essenzialmente nel GIOCO, non ha caso è stato proprio un videogioco, Space invader, a dare origine alle danze. Ecco la vera differenza tra i mezzi di oggi e quelli del secolo passato: sono SEMPLICI, DIVERTENTI, appaiono proprio come un GIOCO, anzi lo sono veramente.
«Era DIVERTENTE il telefono con la cornetta e il disco coi numeri? No. Era DIVERTENTE il BlackBerry? Mica tanto. Erano tutti tool che risolvevano i problemi, ma nessuno aveva immaginato che dovessero anche farlo IN MODO DIVERTENTE.» L’I-Phone lo è!
Baricco racconta che Steve Jobs, alla presentazione del primo IPhone (9 gennaio 2007 al Macworld di San Francisco) si divertiva come un matto, ma «non a PARLARNE, si divertiva proprio a USARLO».
«Steve sta dicendo che è un gioco. Vuoi chiamare Gigi? Gradevole sequenza di quattro tocchi. Vuoi buttare via la foto perché Marisa è venuta da schifo? Gradevole sequenza di due tocchi.»
A questo punto il GIOCO-EVOLUZIONE non mi è sembrato più tanto assurdo, tanto meno demenziale, anzi mi son detto qui tutto torna.
Ci troviamo davanti ad un cambiamento epocale, in cui tutto si capovolge. E non è possibile, non ancora, alcuna mediazione con quei falsi sacerdoti depositari di una mentalità 'seriosa' che di fatto si autodistrugge, quella civiltà che è stata capace di produrre in un secolo le atrocità più atroci e apocalittiche.
Dobbiamo accettare che noi uomini del ‘900 riteniamo ancora l’I-Phone un valido STRUMENTO, mentre invece si tratta di una ESTENSIONE del CORPO, di un contatto costante con l’OLTREMONDO, non più dimensione virtuale, ma di fatto reale, globale, una moderna visione del concetto di rapporto uomo/ambiente.
Ce ne è abbastanza per vedersi capovolgere tutti i parametri novecenteschi su cui abbiamo costruito le nostre sterili impalcature.
Allora d’accordo, Signor Coniglio, balliamo? Accettiamo il GIOCO, cancelliamo la lavagna, ricominciamo a scrivere tutto da capo, passo passo, in punta di dita, come in un videogioco, purché sia divertente. e vediamo dove andremo a parare: WUWEI.
PS: Nei farmalibri stiamo lavorando agli editing di tre libri/romanzi (prossimamente nei web-stores), ci siamo trovati a riprendere tutto in mano perché innanzitutto è un gioco. E vai!
THE GAME di Alessandro Baricco