Stamattina mi ha chiamato Consuelo - "R.C.F." che stava citando in diretta una frase di Giacomo Leopardi, «L'immaginazione salverà il mondo», che anche io avevo postato nel marzo del 2015. Questo mi ha ricordato quando una volta, al teatro comunale, in diretta, Consuelo mi prese letteralmente in castagna.
Consuelo ha una memoria da elefante e con l'approccio del giornalista sta sempre sul pezzo, mentre io devo sempre elaborare per tempo. Anni prima avevo pubblicato sul "Giornale Fiuggi" un articolo che iniziava con una frase allora di moda: «Quando il dito indica la luna, l'imbecille guarda il dito."
Col senno del poi devo dire che l'imbecille ero pure io. Sì! Perché anni dopo, studiando la Medicina Tradizionale Cinese, mi accorsi che la frase originale era: «Quando il dito indica la luna, il saggio guarda il dito.» Rimasi sconvolto. Il ragionamento però era chiaro: «Quando il dito indica, dopo aver visto la luna, il saggio guarda il dito». Spesso il segreto è tra le virgole.
Il saggio dava per scontato qualcosa che noi abbiamo completamente dimenticato; "l'orizzonte". Un orizzonte è come un sogno, un'utopia, tu fai un passo e lui si allontana, però sapendolo si sa in quale direzione camminare. Infatti il saggio dice: «Un viaggio di mille miglia comincia da un semplice primo passo». Aggiungo per precisione: "da un passo esatto, leggero, molteplice, consapevole".
Fu tanta la mia sorpresa che sentii il bisogno di chiedere a Pietro Martini (direttore del "Fiuggi") la pubblicazione di un articolo per dire una cosa di cui sono ancora convinto: "A noi ora serve un orizzonte, un sogno comune, un'intenzione di guarigione". Io ho assoluto bisogno di poter fare un primo passo, consapevole, di essere sulla via, per questo ho anche assoluto bisogno di un orizzonte. Yin Yang, un passo e l'orizzonte sono come le due ali che servono per volare, con una sola ala non si vola.
Consuelo, che ha una memoria da elefante e sta sempre sul pezzo, appena salito sul palco del Teatro comunale, malgrado fossero passati anni, mi fece a bruciapelo una domanda affinché spiegassi la mia contraddizione. Io, che ho bisogno di elaborare, farfugliai non ricordo cosa. Ed oggi mi è tornato vivido il ricordo.
Ma quel che sto notando con sorpresa è il ripetersi di due parole "Anni fa". Tutta questa storia si è svolta nell'arco forse di un ventennio, e se ci andiamo a fondo è partita da una frase di Giacomo Leopardi di duecento anni fa, eppure tutto è assolutamente attuale.
Consuelo osservava che il nostro poeta aveva visto lungo ed io annuivo. Poi, elaborando, ho compreso che nella poesia il tempo non esiste, è totalmente relativo. Infatti se ora leggo Leopardi, lui mi sta parlando ora.
Il problema quindi non è che Leopardi aveva visto molto avanti, il poeta aveva semplicemente "visto", aveva una "visione". Ed è proprio ciò che a noi oggi manca. Per di più questa parola adesso si lega inevitabilmente alla squallida accusa di "visionario". E pensare che il mito racconta che Omero perse la vista per poter meglio guardare il divino.
Ecco la trappola. Da giovane, anni fa, ricordo che cantavano nella piazze una canzone in francese che diceva così: «Ne volez pas nos rêves - Non rubateci i sogni». Abbiamo perso.
In medicina il sogno è un elemento fondamentale, indispensabile, per attivare il nostro potenziale di difesa e l'intenzione di guarigione, "Vix medicratrix naturae", di conseguenza il nostro sistema immunitario, sia organico, sia psichico, sia relazionale, cosa che in tempi di coronavirus abbiamo assolutamente bisogno. Il sogno è parte integrante di ogni terapia, sia individuale sia relazionale, perché dobbiamo intendere la nostra comunità come un meraviglioso organismo sociale che risponde anch'essa alle regole immutabili della Natura..
Grazie a Consuelo.